Il primo laboratorio in una cameretta. Poi il successo, grazie alla signora Rosa
Da 50 anni per tutta la Brianza è l’atelier di riferimento per chi si accinge a dire sì.
È l’atelier di abiti da sposa e da cerimonia “Rovi” di via IV Novembre a Paina di Giussano, l’elegante sartoria aperta dall’oggi splendida 90enne signora Rosa e condotta dalla figlia Viviana (di qui il nome Rovi) e dal figlio Eros. Situata all’interno di un raffinato palazzo storico la maison brianzola è diventata negli anni rinomatissima e frequentata da clienti provenienti da tutta la Lombardia, tanto da meritare nei giorni scorsi anche una visita speciale del sindaco Marco Citterio. Orgoglioso di avere in città un’attività divenuta così tanto illustre.
Un encomio decisamente meritato se si pensa alla storia dell’atelier, i cui primi capi sono stati realizzati negli anni ’50 nella cameretta della figlia Viviana. “La passione per la sartoria ha contraddistinto tutta la vita della mamma – ha raccontato Viviana – E’ stata infatti una delle prime ragazze a diplomarsi nel celebre istituto ‘Marangoni’ di Milano, divenendo peraltro la studentessa preferita del fondatore, che era un suo professore. Dopo aver lasciato il suo lavoro a Milano, ed essersi sposata, ha deciso di andare avanti a confezionare abiti da sola, qui a Giussano. Ancora non aveva un vero e proprio laboratorio, e nemmeno un manichino. Allora veniva nella mia cameretta, anche in piena notte, mi faceva mettere in piedi e poi mi usava come modella per perfezionare le misure degli abiti. Già allora, ricordo che erano in tante le donne che si rivolgevano a lei per farsi confezionare i vestiti”.
Con una mamma così talentuosa e e innamorata del suo lavoro anche il mio destino era praticamente già scritto. E non appassionarmi di sartoria sarebbe stato davvero impossibile. Così ho scelto di perfezionarmi anch’io come modellista e l’ho accompagnata passo passo nel suo percorso. Dal primo laboratorio, un buco di tre metri per quattro, fino alla maison odierna”. Dove fra gli abiti da uomo ha trovato posto l’altro figlio di Rosa, Eros.
A decretare il successo dell’atelier negli anni il clima di cordialità che lo contraddistingue, scevro di quel certo snobismo che spesso connota i negozi per signora, e anzi allegro e caloroso. Ma soprattutto l’occhio clinico della signora Rosa. Cui nulla sfugge, né nei bozzetti preparativi né durante le fasi di cucitura e di assemblaggio finale degli abiti. “Ancora oggi l’ultima parola spetta a lei – ha spiegato ancora Viviana – Nessuna, come lei, sa infatti coniugare con così tanta sapienza eleganza, buon gusto e semplicità, e creatività. La moda come mero fenomeno di tendenza e commerciale in realtà non le è mai interessata troppo. Mi ha sempre insegnato che non è la moda che ci deve vestire ma che l’abito deve saper esaltare la nostra unicità”.
E in effetti è sufficiente dare uno sguardo ai pezzi che escono dai laboratori per capire la straordinaria unicità degli abiti realizzati dell’atelier seregnese. Compresi quelli da cerimonia, cui negli anni mamma e figlia si sono specializzate. Sono tutti regali manufatti sartoriali, disegnati e realizzati su misura con cura e attenzione per esaltare la figura e la personalità di chi li indossa. I tessuti sono tutti in seta ed esclusivamente italiani. Modelli lunghi, corti, ampi o a pantalone, con i classici pizzo e organza o con i più moderni mikado e raso pettinato. Un vero incanto. Il tutto nel nome di una bellezza mai sfacciata. Mai un bottone o un fiocco di troppo, nessuna trasparenza dove non si addice, niente di “troppo”. Perché la signora Rosa osserva, e fa togliere.
Lo faceva con le sue clienti di allora, e lo fa immancabilmente con le loro figlie oggi. Che ovviamente, come le loro mamme, per il giorno del sì si affidano al suo talento e a quello di Viviana.
“Più che un vero e proprio lavoro, il nostro è anzitutto un amore – ha concluso Viviana – Amore per il bello, amore per la creazione. Siamo orgogliosi per quanto siamo riusciti a costruire ma anche e soprattutto per la fiducia che siamo riusciti a conquistarci negli anni. Per noi le clienti sono sempre state delle amiche che noi dobbiamo aiutare a vestire bene. Perché si sentano importanti”.